Laurea magistrale in Danimarca o Italia: durata, crediti, tesi – cosa cambia davvero?
Se ti sei appena laureato/a o sei alla fine della triennale e inizi a pensare dove fare la laurea magistrale (o master), magari ti sei già fatto questa domanda: scelgo di restare in Italia o provo a fare le valigie per la Danimarca? Qui vogliamo darti una panoramica onesta – senza giri di parole – sulle differenze vere tra i due sistemi: durata dei corsi, numero e gestione dei crediti, e soprattutto il peso della tesi. Sono le cose che poi fanno davvero la differenza su tempi di laurea, ansie, fatica e, sì… anche sul portafoglio.
Perché valutare una magistrale in Danimarca e cosa c’è davvero dietro
Per molti, la Danimarca attira per le sue università senza tasse per gli studenti UE e per la didattica super orientata al lavoro pratico. Però non è tutto rose e fiori. È uno dei Paesi più cari d’Europa in cui trasferirsi, il clima non aiuta molto l’umore nei mesi invernali e lo stile di vita è diverso da quello a cui siamo abituati. Prima di iniziare una candidatura a caso, conviene capire davvero a cosa si va incontro: il sistema è diverso, il modo di studiare ancora di più.
Quanto dura una laurea magistrale in Danimarca rispetto all’Italia?
È vero che in Danimarca i corsi durano sempre due anni?
Sì, generalmente sono due anni accademici sia in Italia che in Danimarca: 4 semestri e 120 crediti. Però qualche differenza “sotto il cofano” c’è.
- In Italia, la magistrale “classica” dura 2 anni (120 CFU), a parte alcune eccezioni tipo Medicina e pochi altri casi.
- In Danimarca, i Master’s degree – chiamati kandidat – sono anche loro impostati su 2 anni (120 ECTS). Fanno eccezione Medicina (3 anni, 180 ECTS) e Veterinaria (2 anni e mezzo, 150 ECTS).
Occhio alle scadenze: in Danimarca puoi iniziare la magistrale sia a settembre che a febbraio (ma dipende dal corso), mentre in Italia quasi sempre si parte solo a settembre-ottobre. Questo può impattare tantissimo se hai in testa delle tempistiche precise per laurearti.
Crediti CFU e ECTS: che differenza c’è e come si calcolano?
“Ma i miei CFU si convertono in ECTS, o rischio di rifare corsi?”
Domanda gettonatissima. In pratica, 1 CFU italiano corrisponde in media a 1 ECTS danese: entrambi nascono per indicare circa 25 ore di lavoro. Quindi, se la laurea magistrale italiana richiede 120 CFU, quella danese richiede 120 ECTS: non rischi di essere “sottovalutato” se vuoi passare da un sistema all’altro.
Quello che cambia è la distribuzione: in Italia hai di solito tanti esami da 6 o 9 CFU; in Danimarca trovi corsi da 5, 7,5 o 10 ECTS, ma con project work lunghi e impegnativi (e, spesso, pochi esami scritti classici).
Tesi magistrale: quanto conta davvero e cosa cambia tra Italia e Danimarca?
“In Danimarca la tesi occupa mezzo anno… è vero?”
Praticamente sì. Qui le differenze diventano più evidenti:
- In Italia: la tesi di solito vale tra i 15 e i 30 CFU (spesso 18 o 24), si scrive negli ultimi 6-9 mesi (di solito mentre dai ancora qualche esame), è quasi sempre individuale e difesa pubblica da 10 a 30 minuti.
- In Danimarca: la tesi pesa 30 ECTS, cioè letteralmente un intero semestre di lavoro full-time, senza lezioni né altri esami nel frattempo. A volte può arrivare anche a 60 ECTS se fai ricerche super sperimentali, ma è raro per chi viene dall’estero. E sì, spesso si fa in gruppo di 2-4 persone. La tesi si deve quasi sempre scrivere in inglese.
Un dettaglio che fa la differenza: in Danimarca si può iniziare la tesi solo se mancano al massimo 15 ECTS per finire il resto, quindi non puoi trascinarti dietro mille esami come succede spesso in Italia. E la discussione avviene massimo 10 giorni dopo la consegna, con voto unico su report + domande.
Tradotto spiccio: in Danimarca la tesi è proprio il cuore della magistrale, non un’appendice all’ultimo esame.
Esami: quanti ne devi dare in Danimarca rispetto all’Italia?
“Davvero avrò meno esami in Danimarca o è una leggenda?”
Tendenzialmente sì: in Danimarca i corsi sono meno (4-5 a semestre), più “grossi” e spesso valutati su progetti e lavoro di gruppo, non solo sul voto dell’esame scritto. La scala dei voti va da 12 (il massimo) a 02 (la sufficienza minima). In Italia invece si arriva a 6-8 esami per semestre in alcune facoltà (e la media dei voti pesa parecchio per la laurea).
Non significa che sia più facile: i carichi di lavoro sono intensi, specialmente perché le scadenze dei project work si sommano e di solito non puoi “saltare” appelli e rimandare tanto senza rischiare di restare bloccato.
Vita reale: cosa raccontano chi ci ha già provato
Laura, dopo la triennale in ingegneria energetica al Politecnico, ha scelto una magistrale ad Aalborg: “La tesi lì era un progetto di gruppo da 30 crediti – cioè sei mesi interi solo su quel lavoro, senza altri esami da dare in contemporanea come invece avevo fatto in Italia. Se non lavori davvero con il team, rischi di non arrivare in fondo. È bello ma richiede un tipo di organizzazione diversa, e bisogna mettersi davvero in gioco anche sulle cose pratiche.”
Studiare in Danimarca: tasse universitarie e costo della vita – quanto costa davvero?
“È vero che studiare in Danimarca è gratis?”
Sì, per chi ha cittadinanza europea, le università pubbliche danesi NON prevedono tasse di iscrizione. In Italia, invece, la contribuzione va da 1.000 a 3.000 euro l’anno, in base all’ISEE, al tipo di ateneo, e altri fattori.
“Ma quanto costa vivere a Copenaghen o Aarhus come studente?”
Vivere in Danimarca costa parecchio di più: tra 1.100 e 1.400 euro al mese tra affitto, spese, cibo (e qui gli affitti sono la voce che incide di più, spesso 600-800 euro a testa anche in stanza doppia). In una città italiana tipo Bologna o Torino te la puoi cavare tra i 750 e i 1.000 euro.
Nota burocratica: la SU (borsa di studio statale danese) non spetta automaticamente agli italiani: serve un vero contratto di lavoro part-time (minimo 10-12 ore/settimana), ma le regole cambiano in continuazione.
Laurearsi in Danimarca: quando ha senso… e quando forse no
In quali casi può davvero valere la pena tentare la strada danese?
- Se vuoi lavorare su un progetto concreto in tesi, spendibile nel CV all’estero.
- Se hai un livello d’inglese buono (C1).
- Se hai già fatto bene i conti e puoi sostenere almeno sei mesi senza ansie di budget.
E invece… quando meglio restare in Italia?
- Se devi ancora dare tanti esami del triennio e rischi di non laurearti in tempo.
- Se non hai risparmi né chi ti sostiene per un affitto così caro.
- Se il tuo futuro è legato a un titolo regolamentato in Italia, meglio verificare prima.
Tabella di confronto riassuntiva
Durata | Crediti totali | Peso tesi | Lingua tesi | Formato tesi | |
---|---|---|---|---|---|
Italia | 2 anni | 120 CFU | 15-30 CFU | Italiano o inglese | Individuale, discussione 10-30’ |
Danimarca | 2 anni | 120 ECTS | 30-60 ECTS | Inglese quasi sempre | Gruppo o individuale, difesa rapida |
FAQ sulla magistrale in Danimarca
La laurea magistrale presa in Danimarca vale in Italia?
Sì: si tratta sempre di un titolo riconosciuto (secondo ciclo EQF 7), ma per iscriversi ad albi professionali in Italia bisogna comunque verificare i requisiti specifici corso per corso.
Serve il visto per studenti italiani in Danimarca?
No, basta il passaporto o la carta di identità. Devi però iscriverti al CPR number entro 90 giorni dall’arrivo.
Posso prendere la SU (borsa studio danese) come italiano?
Si può fare richiesta solo se lavori almeno 10-12 ore a settimana con regolare contratto. Le condizioni cambiano spesso.
Quanti esami ci sono in media in una magistrale danese?
Dipende dalla materia, ma di solito si parla di 8-10 esami/grandi corsi totali più la tesi, contro i 12-20 esami italiani.
In Italia posso fare la tesi in azienda come in Danimarca?
Sì, ma non è la prassi per tutti i corsi. In Danimarca invece le tesi in collaborazione con aziende sono molto diffuse e influenti.
Serve davvero partire? E come capisco se fa per me?
La questione vera non è solo tecnica (tasse, crediti, durata): è una scelta di vita. Se sei curioso, motivato, vuoi sperimentare un modo di studiare diverso e “vivere all’estero” davvero, la Danimarca può dare tanto – ma bisogna arrivarci preparati. Se vuoi parlarne con chi ci è già passato, i nostri advisor sono ex-studenti che possono raccontarti onestamente che cosa ha funzionato e cosa no. Scrivici: meglio una risposta onesta oggi che un trasloco a metà domani.
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