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Tasso di dropout nelle università danesi: dati e cause principali

In Danimarca circa uno studente su tre lascia l’università: scopri i dati aggiornati, le cause principali e consigli pratici per ridurre il rischio.

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Qual è il tasso di dropout nelle università danesi? E perché così tanti studenti lasciano?

Parliamoci chiaro: le università danesi hanno la fama di essere gratuite, super internazionali e spesso spuntano in cima ai ranking europei. Eppure, nonostante tutti questi vantaggi, più di uno studente su tre finisce per mollare gli studi prima di arrivare al traguardo. Vale quindi la pena fermarsi un attimo e chiedersi: qual è davvero il tasso di dropout nelle università danesi? E soprattutto, quali sono i motivi principali che spingono a lasciare?

Cosa si intende davvero per “dropout” in Danimarca?

Non tutti chiudono baracca e burattini allo stesso modo. Il Ministero dell’Istruzione Superiore danese usa di solito due indicatori quando si parla di abbandono:

  • Dropout del primo anno: percentuale di studenti che si ritirano entro i primi 12 mesi dall’iscrizione.
  • Dropout complessivo: quota di chi non termina mai un corso di laurea (anche contando pause, cambi di corso o periodo “sabbatico”).

Se guardiamo ai dati ufficiali più recenti (2022, usciti nel 2024), le cifre ballano un po’ a seconda dell’università — ma il quadro generale è questo:

Media nazionale Dettagli
Dropout 1° anno circa 19% Va dal 12% a Copenaghen al 23% ad Aalborg
Dropout totale circa 33% 1 su 3 non finisce; solo il 12% lascia senza iscriversi ad altro

Questi numeri cambiano spesso, complici riforme, pandemia, nuovi corsi inglesi. Se cerchi i dati meglio aggiornati o vuoi un confronto su un ateneo specifico, parlane con noi: il team Studey (che ci è passato) può aiutarti.

Perché così tanti studenti abbandonano l’università in Danimarca? Le cause più frequenti secondo chi ci studia davvero

Non esiste UNA ragione sola, ma dalla letteratura danese e dalle storie degli studenti emergono più o meno sempre le stesse 7 motivazioni:

1. Incertezza sulla scelta del corso
Se parti già poco convinto, hai quasi tre volte le probabilità di mollare (circa il 37% in più) rispetto a chi era sicuro dal primo giorno.
Consiglio: prenditi tempo per capire se quel corso è davvero quello che vuoi fare!

2. Ammissione “per ripiego” (seconda o terza scelta)
Spesso chi si iscrive a un corso che era solo un “piano B” fatica a coinvolgersi, con dropout al 28%.
Se puoi, meglio aspettare un anno che forzare la mano.

3. Preparazione scolastica e requisiti accademici
Chi arriva ben saldo nelle materie chiave (es. matematica per le STEM) ha più chance di restare.
Da non sottovalutare, soprattutto se temi il salto dal liceo italiano.

4. Difficoltà di integrazione, sia a livello sociale che didattico
La solitudine e il poco senso di appartenenza (“ma chi mi conosce in classe?”) sono tra i killer silenziosi del percorso universitario.
Spoiler: succede a molti, non sei “debole” tu.

5. Stress, ansia, salute mentale
Un terzo degli studenti segnala livelli di stress alti; qui il rischio abbandono raddoppia.
Ne parliamo spesso in community: trovare lo spazio per staccare è fondamentale.

6. Background familiare
Se sei il primo della famiglia a varcare la soglia dell’università, il sentiero si fa più accidentato (+5% di rischio abbandono, a parità di voti).
Non vuol dire che andrai male! Semplicemente magari avrai qualche incertezza in più.

7. Problemi pratici (casa, trasporti, budget)
Sembra marginale, ma vivere a più di un’ora dall’ateneo o dover cambiare stanza ogni sei mesi rischia di buttarti fuori strada.
L’alloggio in Danimarca è un tema vero, non un “dettaglio da risolvere dopo”.

“Dropout in Danimarca”: le domande reali che riceviamo dagli studenti italiani

Il tasso di dropout nelle università danesi è più alto che in Italia?

Hai ragione a chiedertelo: il dropout al primo anno in Danimarca è di circa il 19%, in Italia gira intorno al 14%. Però in Danimarca si tiene conto anche di chi cambia facoltà (o ateneo), quindi “chi sparisce definitivamente” si ferma più o meno al 12%.

Se sono uno studente UE e lascio, devo restituire la borsa SU?

Dipende: se non raggiungi i crediti minimi, ti sospendono la borsa e possono chiederti di restituire le rate non spettanti. Prima di mollare, chiedi chiarimenti agli sportelli di Studenterrådgivningen (e, sì, si occupano anche degli studenti stranieri).

È vero che chi entra con l’admission test (“quota 2”) abbandona meno?

I dati degli enti danesi dicono di sì: il dropout di chi passa da “quota 2” (con test o colloquio) è circa il 4% più basso rispetto agli ammessi solo per voti. Spesso il test filtra chi davvero è interessato, quindi… a volte la fatica paga.

Posso rientrare all’università italiana dopo aver abbandonato in Danimarca?

Sì, ma il trasferimento dei crediti non è automatico e va negoziato con la tua futura segreteria. Porta con te syllabus dettagliati e transcript degli esami già sostenuti: serviranno!

Come ridurre il rischio di mollare in Danimarca? Consigli pratici e “trucchi da ex-studente”

Niente formula magica, però alcune strategie nate dal campo aiutano:

  • Partecipa a open day e parla con italiani che sono già sul posto. Niente come il confronto reale ti fa capire se il “fit” è ok (e puoi chiedere di tutto, anche quanto costa la mensa).
  • Valuta se il carico di studio (30 ECTS a semestre) ti spaventa. Se ti sembra una montagna, programmati prima. In molti sottovalutano la mole di letture e project work.
  • Prenota l’alloggio con largo anticipo. Vivere a massimo 30-40 minuti dall’università fa la differenza. Non pensare “ci penserò una volta lì”.
  • Non isolarti: partecipa alle settimane di introduzione (“rus-intro”). Anche se non bevi: ci sono percorsi “alcol-free”, basta chiedere al tutor.
  • Se le cose non vanno, valuta di cambiare percorso invece che ritirarti del tutto. Succede a uno studente su cinque, ed è normale cercare la “strada giusta” con un po’ di tentativi.

Cosa cambia davvero per uno studente italiano che vuole provarci? Cosa NON ti dicono mai

  • Il sistema danese lascia molta libertà (e responsabilità): Niente registro presenze, pochi esami scritti all’inizio. Se perdi il ritmo, è facile restare indietro.
  • Le lezioni sono spesso “a blocchi”: Tre settimane senza andare a lezione possono lasciare il segno. Fai attenzione: il recupero è tosto.
  • I lavoretti part-time sono utili, ma occhio: Nessuno ti vieta di lavorare di più di 15 ore a settimana, però dall’esperienza nostra… sopra questa soglia inizia a essere complicato far combaciare tutto.

Tirando le somme: il dropout in Danimarca è un rischio, ma non una condanna

I dati sono chiari: mollare, in Danimarca, è più frequente che in altri paesi — ma dietro quei numeri spesso c’è un ripensamento, un cambio percorso o una semplice “pausa per respirare”. Non è sempre un fallimento: può essere la scelta di ricominciare dove ti senti davvero più te stesso.

Se hai ancora dubbi — o paura di essere “quello che si perde per strada” — ti capiamo. Anzi, molti di noi del team Studey ci sono passati.

Scrivici quando vuoi: prima ancora di avviare l’application, puoi parlarci uno a uno con un ex-studente che ha vissuto la Danimarca sulla pelle e sa cosa vuol dire voler mollare tutto (e poi ripartire). Nessun giudizio, nessuna pressione. Solo ascolto e risposte oneste. Siamo qui anche dopo.

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Le informazioni contenute in questo articolo sono aggiornate al momento della pubblicazione, ma potrebbero subire variazioni nel tempo. Per avere informazioni sempre aggiornate e personalizzate sul tuo caso specifico, ti consigliamo di parlare con un nostro advisor.

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