Quanto sono grandi le classi nelle università danesi? Ecco cosa aspettarti (senza filtri)
Se sei cresciuto/a tra i corridoi affollati di un liceo italiano o in mezzo alle aule strapiene delle nostre università, la domanda è quasi automatica: “Ma in Danimarca mi ritroverò schiacciato tra 200 sconosciuti? Oppure sarò in micro-gruppi dove se manco mi notano tutti?” La risposta – magari poco soddisfacente – è: dipende. Dipende dal corso, dal tipo di attività e… da quanto sei pronto/a a esporsi davvero.
Qui sotto trovi una panoramica schietta su come funzionano (davvero) le dimensioni delle classi nelle università danesi. E soprattutto su come questa cosa può cambiare il tuo modo di studiare, relazionarti e vivere l’università – nel bene e nel male.
Le lezioni frontali nelle università danesi sono affollate come in Italia?
Partiamo dal formato più “familiare”: la classica lecture frontale. Nei primi semestri molti corsi – specialmente quelli di indirizzo generale – prevedono ancora lezioni in aula magna con 80-150 studenti. Superare le 200 presenze? Onestamente, è raro. Il motivo è che l’offerta didattica in Danimarca è molto modulare e specializzata quasi subito. Quindi non esistono quei “pianeti” da 400 matricole in platea che si vedono a volte da noi. Le lecture frontali servono a dare il quadro generale, poi però il vero lavoro si sposta altrove.
Pro e contro delle lecture numerose
- Pro: Puoi seguirle “in tranquillità” senza dover intervenire a ogni slide, ideale se vuoi ambientarti senza pressione immediata.
- Contro: Il coinvolgimento diretto è ovviamente basso, quindi se ami la discussione, dovrai aspettare i momenti dedicati alle domande o, meglio ancora, le sessioni con i professori (office hours).
Quanti studenti ci sono davvero nei seminari e nelle exercise class nelle università danesi?
Qui la musica cambia parecchio. I seminari e le cosiddette “exercise classes” sono il cuore della didattica danese. I numeri? In genere tra i 20 e i 40 studenti (esperienza diretta: AU, ma vale praticamente ovunque). Sono le occasioni in cui… sì, l’insegnante impara il tuo nome. E si aspetta anche che tu apra bocca, partecipi, presenti lavori e risolva problemi con gli altri. Lo dico subito: non c’è (quasi mai) obbligo di frequenza rigido, ma la partecipazione è osservata. E quando arriva l’esame orale, o quei famosi assignment continui, sopra a un certo livello “nascondersi” è impossibile.
Come funzionano i project group e il metodo PBL in Danimarca? (Spoiler: si lavora in team piccolissimi)
Il fiore all’occhiello, volenti o nolenti, è il famoso “PBL group” (Project/Problem Based Learning). Qui si lavora in team, spesso da 3 a 6 studenti (i numeri sono quasi sempre questi: dati raccolti anche ad Aalborg, tempio del PBL). Ogni semestre sfornerai un project report: decine di pagine da scrivere e difendere insieme ai tuoi compagni, seguiti da un supervisor che supervisiona massimo 6-8 persone (rapporto docenti-studenti tra i più bassi d’Europa, e la differenza si sente).
Cosa significa lavorare in gruppi così piccoli?
- Il voto di progetto conta moltissimo. Se hai l’abitudine di rimanere nell’ombra, qui rischi di finire schiacciato: ognuno deve portare a casa la sua parte.
- I gruppi, spesso, non sono scelti solo dagli studenti. Può capitare che ti affianchino colleghi con background, preparazione e approcci molto diversi dai tuoi – non è una punizione, serve a imparare sul campo come negoziare davvero.
Quanti studenti ci sono nei lab e workshop nelle università danesi? È vero che sono davvero “small group”?
Scienze, biotech, ingegneria, design… qui vai ancora più giù con i numeri. Spesso in laboratorio girano tra 12 e 20 studenti a turno, a volte anche meno. Non è solo per la qualità dell’apprendimento, ma anche per motivi pratici: la sicurezza e il costo delle attrezzature impongono micro-suddivisioni. Se, come molti, arrivi da percorsi in cui la parte pratica è un po’ sacrificata… in Danimarca serve prendere ritmo: nessuno ti aspetta se ti perdi tra provette o robot.
Come cambia il modo di studiare quando ci sono poche persone in classe in Danimarca?
Ecco cosa succede davvero – senza giri di parole:
- Dimentica l’anonimato: il prof si accorge subito se hai letto o meno il paper.
- Feedback lampo: a volte presenti un concept la mattina e trovi i commenti scritti del docente nel pomeriggio.
- Peer pressure (ma utile): i tuoi compagni di gruppo ti “pungolano” sulle scadenze. Sembra duro, ma aiuta davvero a non procrastinare.
Ma… se hai ansie sul livello di inglese, o non sei abituato a parlare, puoi sentirti esposto. Preparati: la comunicazione conta molto più della grammatica perfetta! I conflitti di gruppo, poi, non sono rari. La trasparenza e la voglia di parlare subito di orari, impegni e obiettivi personali sono fondamentali. Se tendi a subire, chiedi aiuto prima che esploda il problema.
Domande pratiche sulle dimensioni delle classi in Danimarca – FAQ di chi parte
Posso studiare da solo/a, evitando lavori di gruppo?
Nei bachelor, è quasi impossibile. I project group sono ovunque, è parte del metodo. Nei master, invece, la singola tesi è più frequente. Ma il lavoro condiviso rimane centrale, anche nei corsi avanzati.
Se litigo con il mio gruppo, posso cambiarlo?
Di solito si tenta la mediazione con il docente supervisor. In casi estremi può esserci una riorganizzazione, ma non è… come cambiare banco alle medie! E cambiare gruppo ogni semestre lascia il segno (e non bello) sul CV.
Le classi più piccole significano tasse universitarie più alte?
No! Le tasse universitarie, per gli studenti UE, sono a zero: le copre lo Stato. Il costo della vita, però, resta alto: attento ai budget, soprattutto nelle città come Copenaghen e Aarhus.
Posso scegliere con chi fare gruppo?
A volte sì, soprattutto nei corsi in cui la componente di “affinità” conta. In altri casi però i gruppi vengono formati apposta per garantire diversità e “scontri” (costruttivi) di metodo. Informarsi in anticipo aiuta molto!
Checklist pratica per arrivare preparati alle classi piccole in Danimarca
- Allenati davvero a parlare davanti agli altri (la scioltezza conta più della grammatica perfetta)
- Familiarizza con strumenti come Teams, Miro, Google Drive, Overleaf (la collaborazione online è il pane quotidiano)
- Prepara due minuti di presentazione dei tuoi interessi accademici: ti serviranno per attirare il gruppo giusto o presentarti ai docenti
- Se sai che lavori male in gruppo o che l’esposizione ti stressa, parlane PRIMA con Studey: ci siamo (davvero) per aiutarti a gestire questi passaggi con meno ansia
Conclusioni: le dimensioni delle classi nelle università danesi ti piaceranno davvero?
Nessuna soluzione magica: in Danimarca non sei mai uno dei tanti, ma nemmeno sempre nel gruppetto super-affiatato. Il sistema è pensato per farti passare presto dall’ascolto passivo al confronto concreto. Se arrivi pronto/a ad accettare un po’ di pressione “positiva”, imparerai senza perderti per strada. E sì: chi si integra meglio in queste dinamiche, di solito trova anche lavoro più in fretta.
Hai ancora dubbi su cosa aspettarti dalle classi piccole, su come affrontare il primo project group, o sulle dinamiche tra culture diverse? Siamo qui per parlarne — gratis e senza impegno. Un ex-studente che c’è già passato può raccontarti cosa emerge “davvero” dal vivere queste esperienze e darti qualche consiglio pratico per iniziare senza ansie inutili.
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