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Freelance online per studenti in Danimarca: tasse e permessi

Guida pratica per studenti italiani in Danimarca che lavorano online: permessi, CPR, CVR, VAT, B-income e trucchi per evitare errori fiscali comuni.

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Freelance online per studenti in Danimarca: come funzionano tasse e permessi davvero

Se stai pensando di studiare in Danimarca e nel frattempo lavorare come freelance online (magari su Fiverr, Upwork o con il tuo piccolo e-commerce), ci sono alcune cose che devi sapere su permessi, tasse, e tutta quella burocrazia che nessuno spiega mai chiaramente. Ci siamo passati anche noi, quindi qui trovi solo risposte pratiche e… niente fuffa.


Studenti italiani in Danimarca: serve un permesso per lavorare da freelance?

Questa è la prima domanda che di solito arriva: posso lavorare online come freelance in Danimarca se ho solo la cittadinanza italiana?

La risposta breve:
Sì. Se hai passaporto italiano — quindi sei cittadino UE — non hai bisogno di un permesso di lavoro classico. Però, ci sono delle tappe burocratiche obbligatorie:

  • Devi richiedere il certificato di residenza UE (registration certificate) entro 3 mesi dall’arrivo. Lo puoi fare sia come “student”, sia come “self-employed”.
  • Serve anche il CPR, il codice fiscale danese: senza quello non puoi fatturare, aprire un conto in banca, nĂ© ovviamente pagare le tasse.

Ma che differenza c’è tra “student” e “self-employed”?
Se il tuo lavoro da freelance rimane una cosa extra, tipo qualche cliente ogni tanto, puoi restare registrato come “studente”. Se invece inizi a fatturare tante ore, o il freelance diventa il tuo lavoro principale, le autorità potrebbero chiederti di cambiare status in “self-employed”. In pratica: se lavori nel tempo libero, nessun problema. Se diventa un’attività vera e propria, la burocrazia ti bussa alla porta.

Qual è la burocrazia vera che devi affrontare?

Niente trucchi: ecco cosa serve e dove di solito si inciampa.

  • Il certificato UE si fa a SIRI o presso gli sportelli International Citizen Service. Ti serviranno passaporto, lettera di ammissione dell’universitĂ  e (se ti registri come freelance), un business plan scritto bene.
  • Se devi cambiare motivo di residenza (da “studente” a “self-employed”), non è un dramma ma oggi richiede un altro giro di appuntamenti, quindi considera i tempi se hai bisogno urgente di borse di studio o SU.

Come si pagano le tasse da freelance in Danimarca?

Ecco dove iniziano i dubbi veri. L’ente che gestisce tutto questo si chiama SKAT, cioè l’Agenzia delle Entrate danese.

1. Posso lavorare come freelance occasionale senza partita IVA danese (CVR)?

Sì, esiste il regime B-income (B-indkomst):

  • Usato se ricevi compensi per cui il committente non trattiene imposte (molto comune nel freelance online).
  • Non serve subito aprire una vera “ditta”: basta dichiarare nel tax system quanti soldi prevedi di guadagnare e pagare le tasse con il sistema B-tax, in 10 rate all’anno oppure a saldo.

Se stai sotto i 50.000 DKK di guadagni (circa 6.700 euro in 12 mesi), non devi ancora registrarti al VAT (l'IVA danese).

2. Quando serve aprire il CVR (partita IVA danese) e iscriversi al VAT?

Se inizi a guadagnare di piĂą (superi i 50.000 DKK annui) o vuoi scaricare le spese della tua attivitĂ , serve registrare la ditta individuale (enkeltmandsvirksomhed) su virk.dk, almeno 8 giorni prima di mandare la prima fattura formale.

  • Ottieni un CVR, ossia la tua partita IVA danese.
  • Oltre la soglia di 50.000 DKK, vai anche in regime VAT (IVA).
  • Dovrai fare dichiarazioni IVA ogni 3 o 6 mesi, a seconda del fatturato.

Esempi pratici di scenari:

Situazione Serve CVR? Serve VAT? Come paghi le tasse
Fai 2-3 loghi su Fiverr (2.000 DKK/anno) No No B-tax, quando ricevi i soldi
Lavori su Upwork per 10 clienti (60.000 DKK) Sì Sì (oltre soglia) Dichiarazione IVA + B-tax in 10 rate
Hai un mini e-commerce (100.000 DKK stimati) Sì Sì Dichiarazione IVA + eventuali acconti

Che cosa sono tax card, AM-bidrag e gli altri termini che ti spaventano?

Nonostante suonino complicati, ecco la realtĂ  tradotta:

  • Tax card: è la tua scheda fiscale online. Devi aggiornarla se hai altri redditi oltre allo stipendio da studente.
  • AM-bidrag: contributo al mercato del lavoro, l’8% del reddito lordo. Sì, paga anche chi fa freelance.
  • Deductions: puoi dedurre le spese solo se hai una ditta vera e propria. Con il semplice B-income le deduzioni sono pochissime.

Quali sono gli errori piĂą comuni (che vediamo ogni anno tra gli studenti in Danimarca)?

Non essere troppo duro con te stesso: capita letteralmente a tutti. Questi sono gli inciampi tipici che vediamo come advisor Studey:

  • Aprire la partita IVA (CVR) senza un piano o senza capire come fare la VAT: poi rimane tutto lì, aperto… e arrivano sanzioni.
  • Dimenticare di aggiornare il tax card: il rischio è una tassazione “di default” al 55%. Sì, davvero.
  • Emettere fatture in euro senza segnare il valore anche in DKK: la legge lo richiede, se no rischi multe.
  • Avviare e-commerce e dichiarare tutto dopo: per la legge danese, la registrazione della ditta viene prima dell’inizio dell’attivitĂ  (almeno 8 giorni prima).

Esempio reale: Chiara, 22 anni, Marketing Management ad Aarhus

Chiara ha iniziato con alcuni lavori di gestione social media per clienti italiani, totalizzando meno di 40.000 DKK all’anno: ha dichiarato tutto come B-income e ha pagato la sua B-tax senza problemi.
Dopo il primo anno, però, ha superato la soglia dei 50.000 DKK. Ha dovuto aprire la ditta individuale (CVR) e mettersi in regola anche con il VAT.
Il passaggio più ostico? “Capire cosa si può dedurre. Senza la partita IVA danese, non potevo scaricare neanche il computer.”
Questa storia la sentiamo spesso: all’inizio va tutto liscio, ma appena il business cresce, bisogna sistemare la burocrazia in fretta.


FAQ pratiche per freelance studenti in Danimarca

Quanto si paga di tasse come freelance studenti in Danimarca?

Dipende da quanto guadagni in totale (compresi eventuali lavori dipendenti). In media, le imposte effettive sono intorno al 37-42% del reddito netto — inclusi l’8% di AM-bidrag. Puoi stimare tutto con il calcolatore di SKAT (esiste in inglese). Fondamentale: aggiorna la tax card.

Posso restare con la partita IVA italiana se vivo in Danimarca?

No. Se sei residente fiscale in Danimarca (più di 183 giorni all’anno), devi fatturare da lì, non dall’Italia. Usare la partita IVA italiana rischia di farti finire nel limbo della doppia tassazione – e arriva la sanzione.

Serve un commercialista per gestire la partita IVA danese?

Non è obbligatorio, però più la tua attività cresce e più ha senso avere un aiuto. Esistono servizi online, tipo “revisor light”, che costano circa 3.000-5.000 DKK l’anno. Valuta in base a quanti clienti hai e al tempo che vuoi dedicare tu alla contabilità.

Se torno in Italia dopo la laurea, come chiudo il CVR danese?

Molto semplice: lo chiudi online su virk.dk senza spese. Però, ricordati di fare l’ultima dichiarazione IVA e saldare le tasse prima di cambiare residenza fiscale. Così eviti lettere strane sia da SKAT che dall’Agenzia delle Entrate italiana.


Vale la pena fare freelancing in Danimarca mentre studi?

Per molti è la soluzione che permette di vivere meglio (e pagarsi l’affitto senza chiedere tutto a casa).
Ma attenzione: non improvvisare. Senza CPR, certificato di residenza e tax card aggiornata, rischi multe. E quando il giro d’affari cresce, serve anche la partita IVA danese e la partita con la VAT.

Gli obblighi fiscali in Danimarca cambiano spesso: soglie, tempi, procedure. La cosa migliore che puoi fare è parlarne prima con chi ci è già passato. Gli advisor Studey sono ex-studenti, quindi senza filtri e senza promesse strane — se c’è un limite, te lo diciamo subito.


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