Fare babysitting in Danimarca da studenti: paga reale, quante ore si può lavorare e come funzionano permessi e tasse
Hai mai pensato di mettere da parte qualche soldo facendo da babysitter mentre studi in Danimarca? Sei in buona compagnia: il babysitting è una delle scelte più popolari tra studenti internazionali italiani, perché lascia spazio alle lezioni, spesso si fa la sera e – se lo fai con qualche attenzione – può pagare meglio di molti altri mini-job. Ma davvero conviene? Come si trovano famiglie serie? E soprattutto: come non perdere la SU? Qui c’è tutto quello che avrei voluto sapere quando ho iniziato.
Perché molti studenti italiani scelgono il babysitting in Danimarca?
Partiamo dai motivi pratici — senza filtri.
- Orari flessibili: quasi sempre tra il tardo pomeriggio e la sera, raramente si sovrappongono alle lezioni. Perfetto se hai una routine universitaria un po’ caotica.
- Niente danese? Niente panico: in molte famiglie basta l’inglese, e addirittura qualcuno cerca italiani per far ascoltare una lingua in più ai figli. Il danese torna utile solo in certe situazioni (tipo parlare con i vicini o emergenze).
- Paga oraria sopra la media: spesso superiore a lavori in caffè o negozi — e puoi lavorare per più famiglie se vuoi “arrotondare”.
Quanto si guadagna davvero facendo babysitting in Danimarca?
Le tariffe cambiano parecchio da città a città, da famiglia a famiglia, e dipendono anche da te: età, esperienza, orari richiesti, numero di bambini. Ecco una panoramica basata su dati reali:
Dove lavori | < 18 anni | ≥ 18 anni |
---|---|---|
Copenaghen | 90–120 DKK/h | 110–160 DKK/h |
Aarhus, Odense, grandi città | 80–110 DKK/h | 100–140 DKK/h |
Aree più piccole o rurali | 70–90 DKK/h | 90–120 DKK/h |
(1 DKK ≈ 0,13 € – ma il costo della vita qui gira anche più veloce.)
Se ti offrono molto meno, chiediti il perché. Nei turni notturni, nei weekend o con qualifiche come il primo soccorso, puoi negoziare una paga più alta.
Quante ore può lavorare uno studente internazionale con la SU? E chi non la prende?
- Se hai cittadinanza UE (quindi da italiano, sì) non hai veri limiti legali sulle ore massime, ma la tipica settimana lavorativa danese “a tempo pieno” è 37 ore.
- Se prendi la SU come “working student”, DEVI lavorare almeno 10-12 ore a settimana. Scendere sotto questo limite può farti perdere la borsa o obbligarti a restituire le somme percepite.
- Il babysitting copre mediamente 6-15 ore settimanali (2-3 sere, massimo 4).
- Più famiglie? Ok, ma somma sempre tutte le ore fatte.
Se non prendi la SU puoi lavorare quanto vuoi, ma occhio a non trascurare lo studio.
Come sono le tasse: frikort, busta paga e tutto il resto
- CPR indispensabile: è il tuo codice fiscale danese, da ottenere appena possibile.
- Frikort: con il CPR devi creare subito il tuo frikort su skat.dk. Fino a 49.700 DKK (2024) o 51.600 DKK (2025) non paghi tasse; sopra si applica la normale tassazione.
- Registrazione del lavoro: spesso i genitori ti registrano come lavoratore domestico. Verifica sempre la modalità di busta paga.
- Paga: via MobilePay o bonifico. Evita contanti non dichiarati: SU e SKAT incrociano i dati.
Serve un vero contratto? Che tutele ci sono?
Non esiste un contratto collettivo nazionale per il babysitting, ma non significa lavorare in nero.
- Chiedi sempre un mini-contratto scritto, anche via email, con dettagli su orari, paga, extra, numero di bambini.
- Lavora solo se sei registrato su SKAT.
- Chiarisci tutto su sicurezza, responsabilità e assicurazioni.
- Per turni oltre la mezzanotte, chiedi una maggiorazione.
Quali portali e canali usare per trovare famiglie affidabili?
- Portali come Babysits, Care.com, localjob.dk (attenzione alle fee premium).
- Gruppi Facebook come “Babysitter i København” o “Babysitter i Aarhus”.
- Bacheche interne delle università e jobcenter locali.
- Passaparola tra professori e studenti danesi.
Quanto è davvero difficile lavorare come babysitter in Danimarca? – La storia di Giulia
“Facevo babysitter tre sere a settimana a Frederiksberg, due fratellini piccoli. Prendevo 130 DKK l’ora e tornavo a casa in bici entro le 22. In sei mesi sono arrivata a 25 ore mensili, quindi sopra la soglia SU, e ho dovuto farmi registrare su SKAT. La parte dura? Parlare con l’anziana vicina solo in danese quando portavo i bambini fuori. Quella piccola difficoltà mi ha dato la spinta per seguire un corso di lingua gratuito e ora mi sento molto più sicura.”
Babysitting contro altri lavoretti (bar, negozi): pro e contro
Vantaggi
- Orari flessibili, puoi studiare il pomeriggio.
- Di solito paga di più all’ora rispetto a bar e retail.
- Aiuta a raggiungere la soglia per la SU.
Svantaggi
- Molti slot serali e weekend impegnati.
- Alta responsabilità, anche in caso di emergenze.
- Devi gestire burocrazia e tasse se la famiglia non lo fa.
Domande frequenti degli studenti italiani su babysitting in Danimarca
Devo dichiarare ogni singolo euro a SKAT?
Sì. Tutto quello che ricevi va inserito. Sotto la soglia frikort non paghi tasse, ma è fondamentale che sia tutto trasparente: qui le autorità controllano davvero.
Posso lavorare per più famiglie insieme?
Sì. Ma somma SEMPRE tutte le ore: rischi di perdere il diritto alla SU se sfori e non te ne rendi nemmeno conto.
Serve davvero imparare il danese per fare babysitting?
Non obbligatorio per trovare lavoro, utilissimo per gestire piccoli problemi quotidiani (consiglio: corsi gratuiti presso la kommune locale, iscriviti appena puoi).
Babysitting o bar, cosa paga meglio?
Il babysitting paga di più all’ora (spesso tra 100 e 150 DKK/h in città), il bar spesso ti tiene impegnato più a lungo e può lasciare qualche mancia. Dipende anche da quanto vuoi socializzare o fare esperienza nel turismo/bar.
Cosa rischi a lavorare “in nero” come babysitter?
Rischi grosso: se emergono pagamenti non dichiarati o la SU scopre incongruenze puoi perdere la borsa subito e dover restituire le cifre ricevute.
In breve: conviene fare babysitting da studente italiano in Danimarca?
Sì, se cerchi un lavoro che non ti porti via troppi pomeriggi né ti obblighi a parlare per forza danese. Ma solo se sei pronto a gestire la parte burocratica e fiscale (frikort, SKAT, piccolo contratto, ecc.) fin dall’inizio. Non è tutto rose e fiori, ma con le idee chiare – e magari qualche consiglio giusto – può diventare una soluzione comoda per mantenerti, socializzare e fare esperienza.
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